24 maggio 2006

La forma ed il contenuto

Ho appena finito di leggere un articolo molto interesante sul sito della Repubblica che tratta della decadenza del sistema scolastico Italiano ed in particolare di come alcuni degli ultimi governi , abbiano messo mano alla organizzazione, ed ai cosidetti processi, dell'istruzione con conseguenze perniciose.


Che tali preoccupazioni non siano del tutto infondate me lo dimostrano alcune esperienze dirette:


  • Star seguendo attivamente gli studi (per ora ciclo primario) dei miei due adorati figli.

  • Intervenire in incontri tra la mia azienda e giovani neolaureati.

  • Parlare del suo lavoro con un mio ex compagno di scuola, che ormai da molti anni fa il professore in un liceo.

  • Parlare, all'alba mentre facciamo pascolare i nostri cani, con un amico professore universitario.


Un gradevole libro di P. Mastrocola che lessi l'estate scorsa "La scuola spiegata al mio cane" in tono piu letterario e con molti esempi, grosso modo ribatte gli stessi punti.


La considerazione che vorrei fare, e' che quanto esposto per il mondo della scuola, si ripropone "pari pari" nel mondo delle grandi aziende.

Ho cominciato a lavorare per una grande multinazionale americana circa venti anni fa', e la mia esperienza e' tale da poter asserire convintamente che l'attenzione alla organizzazione, al metodo, alla forma sia diventata una ossessione, un rito, a scapito del contenuto e della sostanza.


Noto qualche analogia anche con il moderno rito delle cosidette certificazioni di qualita' ISO 9000 et similia.


Non voglio mica dire che il caos o l'improvvisazione siano il modello vincente, e neppure che non ci sia bisogno di qualita' (a cominciare dal mio Italiano) e neppure che la forma non sia un ingrediente che distingue l'uomo dalla bestia (due esempi ostrani: il comportamento dei nostri parlamentari in aula e del cafone medio in ferie). Ma ho come il sospetto che, al pari di tante altre caratteristiche umane, l'eccellenza, l'entusiasmo e la capacita' che distinguono un fuoriclasse, un solista da un semplice peone, siano di gran lunga troppo complesse per essere catturati in manuali, metriche, procedure e certificazioni.

Tutta la liturgia e le sovrastrutture che derivano da questo approccio di misurare il peso dell'intelletto delle persone diventano un enorme impedimento alle persone che ancora tentano di fare qualcosa di piu utile con il proprio cervello che non scaldare l'attmosfera e giustifica l'esistenza di tantissime persone che sprecano la propria esistenza nell'officiarla.


A mio parere, questo enorme ed inutile fardello, e' avvilente per chi ha ancora la passione del fare, a rappresenta un costo disastroso per le aziende e per le societa' in un contesto cosi' fortemente competitivo.


1 commento:

Anonimo ha detto...

felino, mio felino, perchè sei tu felino?

ometto per intero la mia opinione sulla scuola e il sistema "meritocratico" tra mooolte virgolette....

quando ci delizierai con un nuovo post? in poche parole: AGIIORNA STO BLOG!!!!